venerdì 25 giugno 2010

Grazia Francescato e l’Arcangelo Michele


Non è questa la conoscenza; conoscenza è un sentiero che ha un cuore”. Queste parole furono dette a Grazia Francescato e ad altri giornalisti dal capo indigeno di un villaggio nella foresta Payakan in Amazzonia. Quel luogo lo aveva già vissuto nei sogni e la sensazione di essere giunta a casa le faceva rivivere quel sogno sempre uguale a se stesso. Grazia Francescato, ambientalista e giornalista ha avuto l’incontro con quel famoso personaggio celeste chiamato Arcangelo Michele e questo incontro lo ha documentato in un bellissimo libro che si chiama "In viaggio con l’Arcangelo".

“Non è questa la conoscenza; conoscenza è un sentiero che ha un cuore”, queste parole segneranno la strada da seguire. Dopo tutta una serie di circostanze strane molto strane avviene l’incontro determinante: siamo all’isola di Simi In Grecia, Grazia si sveglia di notte con la sensazione di essere in alto sotto una cupola luminosa. Guardando in giù vede il suo corpo steso sul letto e vede il suo corpo vecchio e raggrinzito, poi una voce le parla dentro: "non puoi combattere da sola le forze del male, devi chiedere aiuto, colui che sa come si combatte il male è qui”. Grazia Francescato poi si ritrova nel corpo come se provenisse da un altro universo. La mattina dopo la Francescato sa che non si è trattato di un sogno e apprende da Rea, colei che l’ha invitata, e che aveva conosciuto a S’ Miguel nelle Azzorre, altra coincidenza, che nell’isola tutti avevano visioni profetiche e che al porto c’era addirittura un Pope che decifrava I sogni.

Tornata in Italia quel gioco tra lei e l’arcangelo fatto di segni ritrovamenti coincidenze, illuminazioni continuava sempre, uno dei segnali più suggestivi si ebbe in Puglia, si era recata come Presidente del WWF e i rappresentanti locali dell’associazione le proposero di fare una passeggiata a vedere la neve nella meravigliosa foresta umbra. Giunti lì, racconta Grazia Francescato, ”ad una svolta della strada mi fu indicato una traccia scura, appena visibile nella neve e mi fu detto che quello era il sentiero che un tempo percorrevano i Sammechelere nel loro pellegrinaggio verso Monte Sant’Angelo... Mi informai curiosa di sapere chi fossero I Sammechelere e venni così a sapere che così venivano chiamati in dialetto pugliese i devoti di San Michele. Sapevo che a Monte Sant’Angelo c’è un santuario famoso, meta di pellegrinaggio da secoli, ma non sapevo che fosse dedicato a San Michele. Un tempo i pellegrini partivano da Vieste, attraversavano a piedi i boschi del Gargano per poi inerpicarsi sul monte fino al santuario.Ciò veniva fatto ogni anno la notte del 29 settembre”. "Dovunque andassi c’era l’irruzione dell’Arcangelo, che con prepotenza e ironia continuava a farmi sentire la sua presenza e il suo invito a muovermi in certe direzioni. San Michele mi ha dato tre messaggi:

1) legame profondo tra natura e spiritualità: all’alba del III millennio tutelare la natura significa salvaguardare le nostre radici. L’uomo di oggi deve imparare di nuovo a sentire il potere del luogo, in particolare di certi luoghi che ci mettono in comunicazione con la dimensione dello spirito, con la sapienza del passato. Devastare la natura, sconvolgere l’equilibrio ecologico dei luoghi sacri significa disturbare la sintonia tra uomo e cosmo e disperdere un capitale spirituale accumulato per millenni...

2) Unione tra mente e cuore, riconciliazione tra pensiero e sentimento, tra scienza e coscienza: questo sentiero è bloccato da tempo e va liberato.

3) Capire la differenza tra forza e violenza, e qui ci aiuta l’immagine dell’arcangelo rappresentato sempre con la spada, che però non viene mai usata. L’angelo leggero ed elegante mostra soltanto la sua spada: forza si ma non ira, non violenza. E questo è un punto di cui anche noi pacifisti dobbiamo prendere atto.

di Alfredo d’Ecclesia
su : http://www.agoravox.it

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