venerdì 18 giugno 2010

Islanda diventa ufficialmente ‘porto franco’ per la libertà d’informazione

La proposta di Wikileaks è stata approvata all’unanimità dal parlamento di Rejkiavik

Il parlamento islandese ha approvato la proposta di WikiLeaks, nota come Modern media initiative, per trasfromare il paese nordico in un porto franco per il giornalismo investigativo. L’iniziativa di WikiLeaks, sito internet che pubblica documenti governativi e aziendali riservati, ha l’obiettivo di creare un’area dove vi sia piena libertà d’informazione e dove sia garantita la protezione agli informatori dei giornalisti. I parlamentari islandesi hanno aderito al progetto con 50 voti favorevoli, zero voti contrari e un’astensione.

La Modern media initiative “potrebbe rappresentare un catalizzatore per una riforma legislativa sulla libertà d’informazione che è necessaria a livello globale”, recita il sito Index on Censorship. Secondo la parlamentare europea ed ex magistrato Eva Joly, “la mozione stimola l’integrità e la trasparenza da parte dei governi.” L’Islanda potrebbe presto diventare, quindi, il fulcro delle attività dei media internazionali digitali, editori, banche dati, e organizzazioni per i diritti umani.

L’accoglimento della proposta di Wikleaks giunge proprio mentre il suo fondatore, l’austaliano Julian Assange, è ricercato dal governo Usa, che lo vuole arrestare con l’accusa di divulgazione di materiali militari classificati.
Il sito di controinformazione avrebbe infatti ricevuto da un ex soldato di stanza a Baghdad, Bradley Manning, documenti e video molto imbarazzanti per il Pentagono: le drammatiche immagini (già pubblicate) dell’elicottero Usa che spara sui civili a Baghdad, un dossier di 260 mila pagine che rivelano maltrattamenti sui civili, e sopratutto un video che testimonierebbe la strage di 147 civili afgani uccisi lo scorso maggio in un bombardamento Usa.

La decisione islandese va letta anche in reazione allo scandalo scoppiato nel 2009, quando è emerso che il principale canale televisivo nazionale, Ruv, era stato censurato dalla banca Kaupthring. Dal 2007 al 2009, l’Islanda è passata dal primo al nono posto nella lista dei paesi dove vi è libera informazione. La società civile islandese, le aziende, il mondo dell’informazione hanno accolto favorevolmente la proposta di creare un “paradiso mediatico” nel Paese

fonte: www.stampalibera.com

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