domenica 20 giugno 2010

A Isola Capo Rizzuto lo Stato alza la voce. La trebbiatura sui terreni confiscati agli Arena si farà

Il problema è risolto, questa volta la legalità ha vinto sulla paura e seè andata così è solo perché lo Stato è riuscito a far sentire più fortechi la paura l’ha provata: la raccolta dell’orzo seminato nei terreniconfiscati al clan Arena, siti in località Cepa, nel Comune di Isola di Capo Rizzuto, si farà. È stata già fissata la data: si svolgerà lunedì 21giugno.A renderlo noto è la Prefettura di Crotone, proprio l’istitrsi ledichiarazioni del presidente e fondatore di ‘Libera - associazioni, nomi enumeri contro le mafie’, il quale aveva denunciato il fatto che a IsolaCapo Rizzuto, non si trovava nessuno disposto a trebbiare sui terreniconfiscati al clan Arena per paura, perché erano stati coltivati dallastessa famiglia nonostante fossero già sequestrati e confiscati, in brevehanno fatto il giro del Paese, ma hanno destato clamore soprattutto nelterritorio, che non ha potuto fare a meno di sentirsi chiamato in causa.
La reazione concreta e immediata, però, già il giorno successivo alledichiarazioni di Ciotti, è arrivata dalla Prefettura di Crotone: ilprefetto Vincenzo Panìco, giovedì 17 giugno, ha convocato i responsabilidelle associazioni di categoria ed è riuscito a dare una svolta ad unasituazione che si era impantanata da diversi giorni.All’incontro hanno preso parte il presidente della Camera di Commercio edi presidenti provinciali di Coldiretti, Cia e
uzione che inun momento di ambiguità è riuscita, imponendosi, a far sentire nelterritorio la presenza dello Stato, smentendo il potere dei clan.Quando parla don Luigi Ciotti si scuote sempre qualcosa e finalmente èsuccesso anche nella provincia di Crotone. Nei giorni scoConfagricoltura.A fronte della persistente indisponibilità di una mietitrebbia e allaprospettiva che la Prefettura avrebbe in caso di necessità adottato unprovvedimento d’urgenza ordinando coattivamente la realizzazionedell’attività, proprio come avvenne già qualche anno fa a Corleone allanascita della cooperativa ‘Placido Rizzotto’, è stata individuata dallestesse associazioni di categoria una ditta della provincia, il cuititolare ha accettato l’incarico relativo alle operazioni agricole inquestione.Un cambiamento di rotta positivo, dunque, che ha lasciato moltosoddisfatto il presidente del nascente coordinamento provinciale di‘Libera’, Antonio Tata: “Questa vicenda - ha commentato lo stesso - per lomeno ha generato uno scatto d’orgoglio da parte del territorio e delleassociazioni di categoria, che finora si sono lasciate poco coinvolgere.
Questi, comunque, sono i primi passi per arrivare a far percepire lapartecipazione ai temi della legalità come un dovere dal quale nessuno puòsottrarsi”. E, infatti, quanto è accaduto nella provincia di Crotone nondeve essere interpretato come un fatto eccezionale, ma piuttosto come unepisodio, sì negativo, ma comunque fisiologico per una realtà che inizia amuovere i primi passi in una direzione decisamente nuova. La pensa cosìanche il sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, “qui - ha detto- la gente non è tutta omertosa e mafiosa, anzi ci sono tante persone chelavorano e che sono disposte ad impegnarsi per la legalità. Anche questoepisodio negativo, che grazie all’impegno congiunto di Libera, Prefetturaed Amministrazione è stato risolto, ci ha dato una conferma. Il paese sista confrontando con qualcosa di nuovo e i cambiamenti fanno paura sempre,è normale una difficoltà iniziale a gestirli, anche a livello dellacomunicazione.
Grazie al polverone che si è alzato dopo le dichiarazionidi don Ciotti, almeno, abbiamo saputo che c’è chi è disposto a mettersi ingioco e non sono poche persone, ci serve solo mettere insieme questeenergie coinvolgendole in maniera più concreta. A tutto quello che stasuccedendo comunque - ha aggiunto il primo cittadino - mi sento diguardare con ottimismo, ci basti pensare che qui non è mai accaduto nulladel genere, non si era mai parlato prima di una restituzione dellericchezze dei clan alla collettività, questo è rivoluzionario. Sì, non èfacile, ma sono convinta che stiamo camminando finalmente nella giustadirezione, sento che ci siamo”.L’impresa, insomma, non è semplice, ma questo non vuol dire che èimpossibile. Quello che è accaduto nella provincia di Crotone era giàsuccesso in Campania con la camorra, in Sicilia con la mafia, nella Pianadi Gioia Tauro...
Oggi in quei luoghi esistono cooperative sociali chedanno un lavoro onesto e dignitosamente retribuito a tanti giovani checredono in un futuro migliore per la loro terra. Presto anche Isola CapoRizzuto avrà la sua cooperativa sociale che produrrà prodotti marcati‘Libera terra’, e sarà la seconda in Calabria, dopo la Valle del Marrosorta sui terreni confiscati al clan Piromalli, che al momento è l’unica.La difficoltà a trovare una mietitrebbia non è stata la prima e non saràl’ultima, ma a Isola Capo Rizzuto qualcosa sta iniziando a cambiare equesto nessuno può negarlo. Del resto chi inizia è già a metà dell’opera.

fonte: www.liberainformazione.org

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