domenica 20 giugno 2010

UN ANNO FA LA MORTE DELLA "VOCE" DELL'IRAN


Di lei ora non resta che una vistosa macchia di sangue sull'asfalto, all'incrocio tra via Khosravi e via Salehi, ed un video che da un anno a questa parte ha fatto il giro del mondo grazie a Facebook, Youtube e Twitter. "Per favore, fate in modo che il mondo sappia!", dichiarò il medico che subito si apprestò a soccorrerla. E così è stato.
Neda come Voce. Voce come Neda. Neda in persiano vuol dire "Voce". La Voce del dissenso. La Voce della ribellione.
Neda Agha-Soltan non era altro che una semplice ragazza di 26 anni che adorava la filosofia e la democrazia. 365 giorni fa, verso le 19:05, si trovava a Teheran in viale Kargarsi con il suo insegnante di musica: era lì per sfilare contro la recente elezione del Presidente Ahmadinejad (secondo gli oppositori grazie a brogli); la giovane studentessa morì dopo appena due minuti dallo sparo, un solo sparo, un solo proiettile dritto al cuore esploso da un membro del Basij nascosto sul tetto di una casa. Con Neda forse quel giorno morì il sogno di un Iran diverso.

Ora secondo la madre le autorità stanno cercando di riscrivere la storia della morte della propria figlia, morte che a suo tempo fu attribuita alla CIA o a giornalisti della BBC: "Neda è stata uccisa, è morta, ma loro ne hanno ancora paura. La sua memoria diventa più vivida ogni giorno", sembra abbia dichiarato.

A vederla Neda era bellissima, aveva dei tratti somatici estremamente delicati, un viso stupendo che dalle nostri parti potrebbe essere anche confuso con quello più noto di una classica velina: altro che velina, Neda oggi è e rappresenta il velo squarciato dal potere e dalla arroganza delle sue armi, oppure rappresenta quel velo simbolo delle donne musulmane, che sempre secondo la madre, quando era piccola lottò per non indossare.


Neda come Voce. Voce come Bocca.
Dalla Bocca il sangue le esplose.
Nella sua Voce la protesta si spense.
Nella nostra Memoria, Cara Neda, vivrai per sempre.

"Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e' infelice sul lavoro, chi non rischia
la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno
una volta nella vita di fuggire
ai consigli sensati." (Pablo Neruda)


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