giovedì 17 giugno 2010

Vaccini con cellule di feti abortiti: aumentano casi di autismo

Continua l'aumento dei casi di autismo e simili disordini nei bambini. Si sospettano gli additivi tossici nei vaccini, principalmente il mercurio (tiomersal) usato come conservante, i sali di alluminio e altri 'coadiuvanti', cioè sostanze aggiunte per stimolare la produzione di anticorpi, ma finora nessuno poteva provare un nesso causale tra questi ingredienti tossici e l'aumento vertiginoso delle malattie del sistema nervoso avvenuto solo negli ultimi decenni.

Da circa un anno a questa parte, qualcosa sta cambiando. Nel luglio 2009 la D.ssa Theresa Deisher, fondatrice e presidente del Sound Choice Pharmaceutical Institute, annunciò di aver forse trovata la chiave per svelare il mistero: feti umani abortiti usati nella produzione dei vaccini.

Nel 1979, la produzione del vaccino trivalente morbillo, parotite, rosolia (MPR) passò dall'uso di cellule animali all'uso di cellule provenienti da feti umani abortiti. A seguito, negli anni '80, si è visto un vertiginoso aumento dei casi di autismo, prima negli Stati Uniti e dopo in Inghilterra e nel resto del mondo.

Un nuovo studio presentato nel maggio del 2010 al Meeting Internazionale per la ricerca nell'autismo documenta la connessione. "La correlazione temporale tra l'introduzione nei vaccini di DNA dai feti abortiti e gli aumenti di autismo è evidente. Le statistiche la mostrano nel corso di decine di anni e in diversi continenti. La correlazione temporale è più significativa di quella del mercurio," dice la D.ssa Deisher, aggiungendo che il mercurio non mostra questa correlazione temporale con i recenti forti aumenti dei casi di autismo.

L'uso di cellule provenienti dai feti implica la presenza residuale di DNA umano nei vaccini. I frammenti residuali di DNA umano possono migrare fino al cervello dove, con un processo chiamato ricombinazione omologa, si uniscono al materiale genetico del bambino vaccinato. Il sistema immunitario del bambino riconosce il DNA estraneo proveniente dai vaccini. Dato però la stretta somiglianza di questo DNA a quello proprio, il sistema può cominciare ad attaccare le cellule del proprio corpo - innescando una malattia autoimmune.

La pericolosità dei frammenti di DNA umano è dovuta al fatto che la probabilità di ricombinazione di questi frammenti con il materiale genetico di chi è stato vaccinato è un miliardo di volte più alta di quella che sarebbe con l'uso di cellule animali. Inoltre, parecchi dei siti preferenziali di ricombinazione sarebbero nei cromosomi X, in siti associati all'autismo.

Dati questi pericoli, l'unico ragionevole modo di procedere è l'immediata sospensione dell'uso di cellule umane nella preparazione dei vaccini, così come una generale rivalutazione scientifica della pratica vaccinale.

Fino ad oggi, mancano studi sulla efficacia e l'innocuità dei vaccini a lungo termine. Perciò è urgente che si inizino studi clinici sugli effetti a lungo termine delle vaccinazioni, comparando popolazioni vaccinate con quelle non vaccinate.

link: http://www.laleva.org

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