giovedì 30 settembre 2010

Le svuotiamo rapidamente. Primo studio sulla situazione delle falde sotterranee d’acqua

 
Stentate a capacitarvi del fatto che stiamo esaurendo le riserve d’acqua dolce e che siamo al “picco dell’acqua”? Il primo studio mai effettuato sulla situazione globale delle falde sotterranee d’acqua aiuta a capire meglio.

Stiamo prosciugando le falde d’acqua sempre più in fretta: nessuno sa quanta acqua esista sottoterra e fino a quando potremo continuare a sfruttarla con questi ritmi; sta di fatto che l’acqua estratta dal sottosuolo prima o poi finisce in mare, facendone aumentare il livello di 0,8 millimetri l’anno.
E se non vi sembra granchè, pensate a quanto sono grandi mari ed oceani: coprono circa il 70% della superficie terrestre.
Le falde si riempiono continuamente grazie alla pioggia e alla neve che filtrano dalla superficie. Ma questo fenomeno avviene con ritmi molto più lenti rispetto all’estrazione.
Il risultato? Ogni anno le falde del pianeta si impoveriscono di un volume d’acqua pari a 283 chilometri cubi.

Lo studio della situazione in cui versano le falde sotterranee d’acqua è opera di un gruppo di scienziati guidato da Mark Bierkens dell’Università di Utrecht. Sta per uscire sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters, pubblicata dall’American Geophysical Union che, data l’importanza del tema, ha anticipato il succo attraverso un comunicato stampa.

L’acqua delle falde sotterranee è essenziale per la vita e l’agricoltura in moltissime parti del globo. Da esse il più delle volte proviene l’acqua degli acquedotti e soprattutto quella per irrigare i campi: altrimenti i raccolti sarebbero insufficienti a sfamare (si fa per dire…) i quasi 7 miliardi di esseri umani che popolano il pianeta.

E ancora le acque di falda alimentano ruscelli, paludi e fiumi. Impediscono la subsidenza (l’abbassamento del livello del suolo) e la risalita delle acque salate dei mari.

Fino al 1960, tenendo conto di estrazione operata dall’uomo e lento riempimento naturale, le falde perdevano ogni anno un volume d’acqua pari a 126 chilometri cubi. Nel 2000 ne perdevano 283 chilometri cubi. Oggi? Non si sa: fin lì è arrivato il calcolo degli scienziati.

Dal 1990 in poi l’intensità dell’estrazione è aumentata repentinamente, e il fenomeno è particolarmente spiccato in India e in Cina.

Le acque dei fiumi e dei laghi – oltre ad essere il più delle volte inquinate – rappresentano solo l’1% delle riserve d’acqua dolce possedute dalla Terra. Un altro 30% è nelle falde sotterranee. Il resto è nei ghiacciai e nelle calotte polari: praticamente impossibile da sfruttare.

Il comunicato stampa dell’American Geophysical Union le falde sotterranee d’acqua si svuotano ad un ritmo sempre più rapido

Foto Flickr

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