mercoledì 22 dicembre 2010

Come gli studenti ci hanno spiazzato

Foto di Sabrina Provenzani
di Giuliano Rosciarelli

Imprevedibile doveva essere e imprevedibile è stato. Il corteo romano degli studenti medi e universitari contro il testo di riforma dell’università ha letteralmente paralizzato la città, con numeri mai visti prima d’ora. In 20 mila circa hanno invaso Roma est, roma sud e Trastevere in concomitanza con la discussione al Senato del dll Gelmini.
Tre i cortei inizialmente programmati ma non autorizzati. L’appuntamento più partecipato però  è stato sicuramente quello degli universitari che si sono visti di primo mattino a piazzale Aldo Moro, all’ingresso dell’università La Sapienza. Lì sono confluiti anche molti degli studenti medi che inizialmente dovevano invece andare a piazzale Ostiense per giungere poi al ministero.
Il corteo, partito per le 10, 30 contava poche centinaia di persone che in breve tempo sono diventate migliaia. Il quartiere universitario San Lorenzo è stato in brevissimo tempo bloccato. A paralizzare il traffico e l’azione preventiva delle forze dell’ordine è stata la totale improvvisazione che ha guidato tutto svolgimento del corteo. Nessun tragitto prestabilito, nessuna tappa fissata, nessun obiettivo predeterminato. I grandi numeri hanno pian piano concesso mano libera agli studenti che piano piano si sono presi tutta la prenestina all’altezza del quartiere Pigneto per poi occupare la tangenziale est fin dentro il tratto urbano della A24 che porta all’autostrada.
Nessuna bandiera di partito, nessuno slogan nostalgico, tanta determinazione e voglia di dimostrare che loro “sono quelli del 14 dicembre” ma che quella rabbia lì è stata solo la risposta istintiva di un malessere sociale diffuso e sempre più radicalizzato.
Quanto accaduto quel giorno ha lasciato comunque cicatrici e l’obiettivo dichiarato e comune a tutte le realtà studentesche era quello di ignorare le le “zone rosse” trasformandole in << gabbie dove rinchiudere la politica di palazzo e chi vuol provocare>>. Si è scelto quindi di girare per i quartieri, tra la gente << riprendendosi le città>>. La prova di maturità può dirsi ampiamente superata ( a Roma come nel resto d’Italia, a parte qualche momento di tensione vissuto a Palermo e Milano) e la decisione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di voler incontrare gli studenti ne è la dimostrazione.

2 commenti:

  1. L'ho messo su Twitter. Il post é del tutto oggettivo.

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  2. Bene Adriano grazie.
    Sono con questi ragazzi, sostengo e condivido le loro reali e valide ragioni.
    Hanno dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, di essere giovani adulti responsabili, coscienti ed informati, preoccupati per il loro futuro.
    Sosteniamoli e la' dove fosse possibile, anche scendendo in strada al loro fianco.

    Abbraccio e Buona giornata.
    Namastè

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