mercoledì 29 dicembre 2010

Haiti. Ora i linciaggi


Nell’Haiti del colera e del dopo-terremoto è l’ora dei machete ed i linciaggi. Almeno 45 persone sono state impiccate dall’inizio dell’epidemia a metà ottobre da parte di gruppi che accusano le vittime di diffondere il morbo, che ha già fatto più di 2.500 morti. I dati resi noti  dal ministero della comunicazione segnano una nuova pagina dell’orrore nel paese più povero dell’America Latina. La gente continua a morire per il colera e a Port-au-Prince si vive ancora tra le macerie e nell’emergenza quasi un anno dopo il terremoto dello scorso 12 gennaio che ha causato 250.000 vittime e devastato la capitale. Il nuovo bilancio dei linciaggi aggrava d’altra parte un conteggio diffuso a inizio mese, quando i morti erano 14: nel solo dipartimento Grand’Anse, nella parte sudoccidentale del paese, ad oggi le uccisioni di questo tipo sarebbero circa 40.
Sullo sfondo dei linciaggi ci sono fenomeni ben noti alle autorità e gli organismi internazionali, e cioè la “medicina naturale” spesso praticata da “stregoni” di varia natura, ritenuti untori che diffondono il colera o altre malattie ad esso legate. Secondo Moise Fritz Evens, funzionario del ministero, “le vittime, per la maggior parte sacerdoti vudu, la cui presenza ad Haiti è piuttosto diffusa, sono stati colpiti con pietre e con machete, prima di essere bruciati in mezzo alla strada”. Gli haitiani sono infatti cattolici per il 70% e protestanti per il 23%, ma molto praticati tra le classi popolari rimangono i rituali magici semipagani. Diversi studi indicano che il colera sia giunto tramite un portatore umano esterno alla regione. Secondo un epidemiologo francese, il contagio sarebbe stato portato dal contingente nepalese dei Caschi blu dell’Onu, fatto che è stato più volte seccamente respinto dalle forze armate del paese asiatico. Ma a Port-au-Prince le accuse anti-Nepal sono sempre in piedi, mentre l’Onu ha qualche giorno fa annunciato la designazione di un gruppo di scienziati per indagare a fondo l’origine del colera, che dall’ inizio dell’epidemia, secondo un bilancio pubblicato il 17 dicembre, ha ucciso 2.591 persone, mentre altre 121.518 sono state curate. Rimane inoltre grave anche il fronte del dopo-terremoto, visti i ritardi, denunciati da più parti, nella rimozione delle macerie e nell’avvio dei programmi di ricostruzione e di aiuti alla popolazione. Sul piano politico è sempre aperta la complessa vicenda elettorale dopo il primo turno delle presidenziali del 28 novembre. Una missione tecnica dell’ Organizzazione degli Stati americani, incaricata di vigilare sulla riconteggio dei voti, comincerà a lavorare lunedì, in un clima di tensioni: i risultati del primo turno sono infatti stati contestati dalla maggioranza dei candidati, tra i quali anche il popolare cantante Michel Martelly, giunto terzo al primo turno, escluso quindi dal ballottaggio in programma il 16 gennaio prossimo.

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