giovedì 23 dicembre 2010

Quando le manifestazioni pacifiche non pagano…

di Antipolitico

Nel dopo 14 dicembre si parlava solo della manifestazione degli studenti e degli scontri che si erano verificati a Roma con auto incendiate e vetrine rotte, nel dopo 22 dicembre dopo che gli studenti hanno manifestato pacificamente il loro dissenso verso la controriforma Gelmini di cosa si parla ? Delle dimissioni della Prestigiacomo dal Pdl, della Lega che chiede un dibattito sul Presidente della Camera Fini e del prossimo importante appuntamento per questo governo e per il paese: l’11 gennaio quando la consulta si occuperà del legittimo impedimento. Questi sono i temi di stasera e non quelli sollevati dagli studenti con la loro protesta in tutta Italia verso un decreto legge che sancisce la fine dell’Universitaà pubblica, la fine della ricerca all’interno dell’università e mette una serie ipoteca sul futuro dei giovani già così nero e buio.Ecco il risultato di manifestazioni pacifiche e gioiose come quella di oggi, a parte qualche episodio come a Milano e soprattutto a Palermo, l’indifferenza totale della politica ed anche dei mezzi di informazione che si occupano subito di altri temi.
Unica eccezione è stato il povero Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha fatto quello che avrebbe dovuto fare il governo: ricevere una delegazione degli studenti per ascoltare i motivi della loro protesta e del loro malessere. Un gesto inutile perchè sappiamo benissimo che il Presidente della Repubblica non potrà fare assolutamente niente per modificare una legge disastrosa se non rimandarla eventualmente alle camere per poi firmala comunque. Questo governo e questa maggioranza sono ormai impegnate in lotte interne e se non ascoltavano i cittadini qualche mese fa quando le acque erano tranquille, figuriamoci se ascoltano ora il malcontento del paese che tutti sono impegnati a tenere insieme i cocci e ad organizzare le prossime elezioni di primavera. L’Indagato del Consiglio sta attraversando la crisi più grave da quando è entrato in politica considerato che dopo la moglie anche le sue ancelle ministre lo stanno abbandonando una dopo l’altra. E’ vero che la Carfagna dopo i proclami di dimissioni è rimasta lusingata dalla telefonata del cavaliere, ma il malcontento rimane ed oggi alla ex velina si aggiunge la Prestigiacomo. E’ vero che anche la ministra dell’ambiente non brilla certo per coerenza: dopo aver annunciato la sua dipartita dal Pdl confluirà nel gruppo misto ma naturalmente non lacerà la sedia del ministero. Un comportamento stravagante per un partito il cui capo aveva chiesto le dimissioni di Fini da Presidente della Camera solo per aver mostrato il suo disaccordo dal capo indiscusso Silvio Berlusconi. Ora dopo la fiducia ottenuta la scorsa settimana, il prossimop appuntamento sarà l’11 gennaio. In quella occasione la Consulta si pronuncerà sul legittimo impedimento e l’Indagato del Consiglio ha già dichiarato guerra qualora l’esito della sentenza sia a suo sfavore. Quindi ancora una volta tutto il paese viene lasciato in balia agli eventi, al mercato dei parlamentari, alle esternazioni vaneggianti degli esponmenti del Pdl e della Lega, alla inconcludenza dell’opposizione ed alla crisi economica in attesa di un’altra data che interessa solo il presidente del consiglio.

2 commenti:

  1. Anch'io ho pensato subito alla grande differenza di impatto sui mezzi di informazione.
    Se continua così, questi ragazzi per farsi ascoltare faranno davvero la Rivoluzione.

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  2. @ Paolo:
    E' davvero assurdo che per essere ascoltati si debba ricorrere a gesti eclatanti o alla violenza , ma pare l'unico modo per il quale si riesca ad attrarre l'attenzione dei media controllati e gestiti dal potere.

    Una vera rivoluzione potrebbe essere simile a quella dei garofani in Portogallo...e se si creasse una mobilitazione unitaria che muovesse nella medesima direzione allora nessuno potrebbe ignorarla...

    Ma siamo in Italia...

    Abbraccio
    Namastè

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