venerdì 28 ottobre 2011

Fondi pubblici tagliati, addio al ponte di Messina? Balle. Il testo votato dalla Camera

di Maria Ferdinanda Piva

Gli ambientalisti – a cominciare da Wwf e Legambiente – stanno stappando lo champagne: in giro si legge che, in seguito all’approvazione da parte della Camera di una mozione presentata dall’Italia dei Valori, sono tagliati i fondi pubblici destinati alla costruzione del ponte di Messina (per il quale sono svaniti anche i fondi europei): essi dovranno essere usati invece per il trasporto pubblico locale.
Figuratevi se non mi piacerebbe. Ma non stappo neanche una bottiglia di Moscato. il testo impegna solo a togliere “eventualmente1,77 miliardi pubblici al ponte, che allo Stato costerà ben di più, e purtroppo non ne costituisce affatto la pietra tombale: ora vi spiego.

Ma prima mi tolgo un sassolino dalla scarpa, un sassolino doloroso dal momento che va a battere in un punto su cui l’Italia ha fatto il callo: ovvero l’assenza di memoria. Ricordate chi ai tempo del Governo Prodi volle a tutti i costi tenere la porta aperta alla costruzione del ponte di Messina?
Massì, proprio l’Italia dei Valori, che ora sul suo sito lo definisce “un ammasso di ferro e cemento  inutile e pericoloso”. Cambiare idea è dei saggi: ma è meglio dirlo chiaro, altrimenti è come se anche Di Pietro & C. pronunciassero un “sic transit gloria mundi”.
I fatti. La mozione dell’Italia dei Valori è passata con l’astensione dei partiti di maggioranza. Mira (insieme ad altre mozioni anch’esse approvate oggi) a rimediare alle conseguenze della manovra di settembre che, attraverso i tagli alle Regioni, elimina nel 2012 il 75% dei trasporti pubblici locali.
Il testo completo della mozione è linkato in fondo: per salvare treni locali e simili, essa impegna il Governo
ad assumere iniziative volte a reperire le risorse economiche necessarie, anche eventualmente ricorrendo (…) alla soppressione dei finanziamenti che il Governo ha previsto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, pari complessivamente a 1 miliardo e 770 milioni di euro, di cui 470 milioni per il solo anno 2012 quale contributo ad Anas s.p.a. per la sottoscrizione e l’esecuzione – a partire dal 2012 – di aumenti di capitale della società Stretto di Messina s.p.a.
Il neretto sull’ “eventualmente” è mio: e mi pare proprio che il vocabolo vada sottolineato. Riguarda solo l’aumento di capitale legato ai maggiori costi del progetto. E in ogni caso non accenna ad alcun requiem da recitare per la buonanima del ponte, il cui costo complessivo aggiornato è pari a 8,5 miliardi.
Il 40% di questi 8,5 miliardi (e dunque ben più degli 1,7 miliardi ora “eventualmente” tagliati) è a carico dello Stato.
Sul sito dell’Italia dei Valori si legge che “il ponte sullo stretto di Messina non si farà” e che la mozione “impegna il governo alla soppressione dei finanziamenti”: non hanno neanche letto quello che hanno proposto e votato. Come sottolinea Il Velino, la mozione
in realtà non comporta uno stop alla realizzazione del collegamento tra Calabria e Sicilia
Prima il vice ministro Aurelio Misiti (…) poi una nota della Stretto di Messina spa, la concessionaria del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la progettazione, realizzazione e gestione del Ponte, hanno precisato che l’infrastruttura non è in discussione
Dunque il ponte si fa lo stesso, “eventualmente” senza 1,77 miliardi del Governo. Ma lo Stato (tramite le Ferrovie e l’Anas) pagherà comunque il 40% dei costi, e l’altro 60% srebbe da rastrellare attraverso investitori privati.
Ammortamento e guadagno garantiti (almeno sulla carta) dal pedaggio che i veicoli pagheranno per passarci sopra.
Se un soprassalto di buonsenso (o la crisi economica) non li fermerà, per come la vedo io, un domani bisognerà cercare col lanternino un traghetto low cost per attraversare lo stretto con auto al seguito o in treno: ci sarà il ponte, bisognerà pur che qualcuno lo usi e lo paghi…

Dal sito della Camera le mozioni sui trasporti approvate oggi (quella dell’Italia dei Valori che cita il ponte di Messina è la prima)

Dal sito dell’Italia dei Valori il ponte sullo stretto non si farà




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