lunedì 27 agosto 2012

BOMBE NUCLEARI USA: IN ITALIA DESTINAZIONE ISRAELE

di Gianni Lannes

Non c’è freno all’orrore che dilania la Palestina. Dopo i cecchini addestrati a menomare i bambini sparando agli occhi, Tsahal dopo le bombe al fosforo, gli ordigni a grappolo e all’uranio impoverito,  sperimenta una novità sulla pelle di un milione e mezzo di palestinesi rinchiusi nei lager di nuova generazione. Causano un’esplosione radioattiva di breve raggio. In teoria limitano i danni collaterali.  L’acronimo è “Dime” (Dense Inert Metal explosive). E’ un involucro in fibra di carbonio imbottito con tungsteno, cobalto, nickel o acciaio. Queste bombe rilasciano micro-schegge che tranciano tessuti molli e tendini. I feriti sono così destinati a morte sicura, poiché le schegge impercettibili restano nel corpo, provocando il cancro. L’ atomica in miniatura - ideata e fabbricata negli Stati Uniti d’America - viene attualmente utilizzata a Gaza dall’esercito israeliano sui civili palestinesi. La notizia del giorno è disarmante. Una gola profonda rivela: “Le Dime sono stoccate in Italia, nella base di Camp Darby in provincia di Livorno”. Una conferma indiretta all’accordo militar-commerciale stipulato dal governo Berlusconi con lo Stato israeliano. Ovviamente, dietro la regia dello zio Sam. Si attende urgente smentita del primo ministro Monti Mario, con prove alla mano verificabili dall’opinione pubblica. In ogni caso l’Italia conferma la sua sovranità azzerata.

Le Monde - Come riporta il quotidiano francese del 13 gennaio 2009: «Due medici norvegesi presenti a Gaza affermano di “aver visto delle vittime provocate da un nuovo tipo di arma, le DIME”. Dei feriti di un tipo nuovo –adulti e bambini le cui gambe non sono altro che dei moncherini bruciati e sanguinolenti- sono stati mostrati in questi ultimi giorni dalle televisioni arabe che trasmettono da Gaza. Domenica 11 gennaio, sono stati due medici norvegesi, i soli occidentali presenti nell’ospedale della città, che ne hanno dato testimonianza. I dottori, Mads Jilbert e Erik Fosse, che intervengono nella regione da una ventina d’anni con l’Organizzazione non governativa norvegese Norwac, sono potuti uscire dal territorio della città con 15 feriti gravi, attraverso la frontiera con l’Egitto. Non senza alcuni ultimi ostacoli: “Tre giorni fa, il nostro convoglio, per di più condotto dal Comitato internazionale della Croce rossa, è dovuto tornare indietro prima di arrivare a Khan Younis, dove alcuni dei carri armati hanno sparato per stopparci”, hanno detto ai giornalisti presenti ad Al-Arish. Due giorni piu tardi, il convoglio è riuscito a passare ma i medici e l’ambasciatore norvegese venuto ad accoglierli, sono stati bloccati tutta la notte “per ragioni burocratiche” all’interno del terminal della frontiera di Rafah, semi-apertounicamente per alcune missioni mediche (…) “All’ospedale al-Shifa, di Gaza, non abbiamo visto delle bruciature al fosforo, né dei feriti da bombe a sottomunizioni (cluster bombs). Abbiamo visto ferite di cui abbiamo tutte le ragioni di pensare che siano state provocate da un nuovo tipo di arma, sperimentato da militari americani e conosciuta sotto l’acronimo DIME –(Dense Inert Metal Explosive)” hanno dichiarato i medici. Piccole bolle di carbone contenenti una lega di tungsteno, cobalto, nichel e ferro, queste armi hanno un enorme potere esplosivo, che si dissipa nell’arco di 10 metri. “A 2 metri il corpo è tagliato in due; a 8 le gambe sono tagliate, bruciate come da migliaia di punture d’ago. Non abbiamo visto i corpi scarnificati ma molti amputati. Ci sono stati casi simili nel Libano del sud nel 2006 e ne abbiamo visti a Gaza lo stesso anno, durante l’operazione “Pioggia d’estate”. Alcuni esperimenti su dei ratti hanno mostrato che le particelle che restano nel corpo sono cancerogene” hanno spiegato i medici (…) “i feriti non hanno nessuna traccia di metallo nel corpo, ma delle strane emorragie interne. Una materia brucia i loro vasi e provoca la morte senza che noi possiamo fare nulla”.  

Effetti mortali - «Siamo in contatto con medici che operano anche nella Striscia di Gaza, abbiamo visto immagini, già fatto studi approfonditi sulle armi utilizzate dagli israeliani in Libano nel 2006 e siamo arrivati alla conclusione che le ferite che vediamo oggi a Gaza sono identiche a quelle in Libano; e allora vennero utilizzate ‘Dime’ e fosforo bianco»: dichiara Paola Manduca, docente universitaria di genetica e rappresentante del ‘New weapons committee’ di Genova, un gruppo di accademici, ricercatori e studiosi di tutto il mondo che studia gli effetti degli ultimi ritrovati dell’industria bellica sugli individui e sulle popolazioni. «I Dime - confermala Manduca - sono un prodotto dell’industria americana di cui si conosce l’esistenza dal 2004 ma che teoricamente non dovrebbero essere in commercio se ci si attiene alle dichiarazioni ufficiali; in realtà il loro impiego nel 2006 da parte degli israeliani in Libano è stato accertato». La rappresentante del ‘New weapons committee’ spiega che i ‘Dime’ sono ordigni studiati per la guerra urbana e considerati dai loro ideatori ‘strumenti adeguati’ per ridurre i danni collaterali perché hanno una potenza controllabile e una forza distruttiva che in genere varia tra i cinque e i 10 metri. «I ‘Dime’ - continua la Manduca - contengono nano-particelle di materiale pesante che a seconda della foggia del contenitore vengono diffuse in maniera omogenea o secondo alcune particolari forme; i tanti casi di amputazione sono probabilmente dovuti a ‘Dime’ che rilasciano le particelle plasmandole come una lama che trancia di netto qualunque cosa trovi all’interno del suo raggio di azione; ecco perché tante persone, bambini e donne, vengono ritrovati con braccia e gambe amputate, ma senza nessun frammento nel resto del corpo; anche l’innesco può essere modificato in base alle necessità. Volendo paragonare i ‘Dime’ a qualcosa che ci è più familiare, provate a immaginare delle accette giganti lanciatevi contro a folle velocità». Sembra fantascienza, continua la docente genovese, ma sono armi reali che uccidono o lasciano con gravi disabilità chi viene colpito.
 

10 commenti:

  1. Ma chi sono gli esseri che progettano e producono queste armi? Sono ancora felici di vivere? Pensano ancora? Sono vivi?

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    1. Non solo, amico mio, ma comandano il mondo e per gran parte lo possiedono.
      La striscia di Gaza ed i palestinesi un martirio senza fine.

      Namastè

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  2. Questo orrore deve finire. Visto che questi personaggi non si fanno né schifo e né orrore da soli cerchiamo di creare una mobilitazione per diffondere la notizia. Siamo in mano a dei mostri ipocriti che quando parlano sembra che facciano tutto per il bene degli altri. Io mi chiedo se i capoccia dello Stato di Israele hanno ancora capito che le shoà non portano a nulla di buono (proprio loro ebrei poi!).

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    1. Sono d'accordo anche se a parlare della striscia di Gaza si rischia di essere liquidati come noiosi, l'annichilimento e l'appiattimento culturale sono una realtà, soprattutto in occidente dove, fare un discorso realistico su quello che succede nella striscia, significa per molti ledere il diritto alla vita ed alla difesa del popolo ebreo. Ma se questa difesa si trasforma in metodico sterminio e se il diritto alla vita diviene imperialismo ed espansionismo, perchè non dovremmo dirlo?

      Namastè

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    2. non sono le armi ad uccidere..ma l'odio degli uomini..e quello non ha fazione..come non dovreste averla voi che scrivete una parola sacra come Namastè
      Gio Gio

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    3. Noi sono io, e sono una. E riporto articoli che compaiono sulla rete, non mi invento cose di sana pianta. Sono contraria a tutte le guerre, secondo me nascono sempre da pretesti e si sorreggono su scuse. Nello specifico stiamo descrivendo un confronto dove uno dei contendendi ha una mano legata dietro la schiena ed ha solo dei sassi mentre l'altro ha una tecnologia avanzatissima, le bombe atomiche, e l'appoggio di tutto il capitalismo mondiale, ma dire questo è fazioso secondo te? Io credo che sia dire la verità.

      Namastè

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    4. ..si..è molto faziosa..perchè si schiera, non voglio farle la morale, non mi ritengo all'altezza, ma provi a volte, in certi casi a guardare le cose senza sentimenti, solo con la mente, da entrambe le parti c'è odio e se da una parte troviamo il capitalismo mondiale, dall'altra troviamo l'integralismo religioso che usa la povera gente..e anche questo cerca l'atomica..altro che sassi..provi a far ragionare un integralista indottrinato per bene..
      mi scuso se si è offesa per "Noi sono io, e sono una"
      questa volta con il cuore..Namastè
      Gio Gio

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    5. Io rifuggo la mente...essa ci inganna è la casa delle supposizione, delle aspettative, tutte le tecniche orientali ci insegnano a non fidarci della mente. Non vi è alcun dubbio che esista l'integralismo religioso, ma faccia anche lei quello che chiede di fare agli altri e guardi solo la striscia di Gaza e la differenza fra l'oppresso e l'oppressore è lampante evidente, immediata. Non ho dubbi che l'integralismo religioso sia deleterio e dannoso, ma, in origine tutto era il popolo palestinese salvo che integralista (rilegga la sua storia, che sono certa conosce) rispetto allo schierarsi. Sì lo farò sempre quando sarà così palese e palpabile che si tratti di prevaricazione. Ed ancora, mi permetta, io riporto articoli presenti in rete, non mi invento nulla, Questo è quello che avviene in Palestina, non ho alcuna intenzione di mettere la testa nella sabbia per una ipotetica equidistanza che fa comodo soltanto a chi sta sterminando i palestinesi, perchè questo è quanto sta avvenendo. Chi vuole la pace pratichi la pace. Io non invito alcuno alla reazione, ma non intendo giustificare lo sterminio. Alcun tipo di sterminio.
      Con il cuore sempre...Namastè

      Ps.non sono per nulla offesa...anche il risentimento è cosa che non mi appartiene :))

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  3. Ciao Rosa, stamani leggevo questo:

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/28/palestina-sevizie-sui-bambini-raccontate-dai-soldati-israeliani/336166/

    sconvolgente, come tutti i giorni.
    E meno male che ci sono persone che dicono "Basta!", soldati che si rifiutano di continuare a vivere quella tremenda esperienza di repressione feroce inflitta a gente come loro, inerme, contadini, povera gente.
    Ci sono molti movimenti e associazioni di giovani in Israele che si oppongono a questo stillicidio.
    E forse questa sarà la strada che più si avvicinerà alla meta, la più lunga ma la più certa.
    Un abbraccio
    Namastè

    Paolo

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    1. Sono d'accordo sul fatto che sia la strada più sicura, ma temo che la "rimozione della memoria" in molti di loro sia troppo profonda.
      Resta una realtà che se non passa dall'interno di Israele medesima questa coscienza non potrà certo attecchire.
      Però esiste anche un altro aspetto. Gli interessi in gioco in quel pezzo di terra sono "radicati" nella storia dell'umanità e diffusi in tutto il mondo, non solo in Israele, temo che il risveglio della coscienza possa non arrivare in tempo per salvare i palestinesi.
      Un abbraccione forte a te caro Paolo :)
      Namastè

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